Il punto d’appoggio della Val Sorba a 1649 m.
Gruppo Montuoso: Monte Rosa (Italia)
Valle: Valsesia
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[toggle title=”DIFFICOLTÀ” state=”opened”]
[mks_highlight color=”#ffff66″]T – Itinerario Turistico[/mks_highlight]
Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
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[toggle title=”ALTRE INFORMAZIONI”]
Località di partenza: Rassa
Quota di partenza: 917 m | Dislivello: 732 m | Tempo di percorrenza: 2 ore e 20 minuti
Periodo di Apertura: Apertura in permanenza
Posti letto: 12 posti
Gestione: CAI Sezione di Varallo Sesia
Tel. +39 0163 51530
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[toggle title=”COME SI RAGGIUNGE”]
Lasciata l’auto nel piazzale a monte del paese (917m), proseguire lungo uno sterrato al servizio degli alpigiani, imboccando la mulattiera presso l’alpe Crosetti alla Cottura (1055m): il sentiero è marcato [51]. In pochi minuti si raggiunge l’Alpe Campello (1093m, 0h35′), dalla quale, con percorso quasi pianeggiante, arriviamo all’Alpe Sorba e al Ponte della Prabella (1180m, 0h50′). Saliamo leggermente oltrepassando la Cascina Antaiù’a (1220m); poco oltre si può ancora vedere un antico forno per la calce. Dopo il forno, il torrente Sorba ci regala una bella cascata, la Gula Talheintha. Il percorso raggiunge quindi i bei pascoli dell’Alpe Dosso (1395m, 1h40′), poi sale leggermente, passa il rio Artorto, supera una bella sorgente e arriva all’Alpe Massucco dove a sinistra, oltre il pascolo, una lapide ricorda la fucilazione di un partigiano (1528m, 2h00′). Poco oltre l’Alpe Mazzucco, in alto a destra, salendo, si incominciano a vedere i bianchi affioramenti della cava di marmo. Le peonie crescono in questa zona, qualche metro sopra la mulattiera. Occorre guardare bene per vederle, e una volta individuate si può salire con cautela lungo la pietraia per ammirarle più facilmente. A questo punto ci sono due possibilità: o si torna sui propri passi, prestando moltissima attenzione, perché le rocce della pietraia sono piuttosto taglienti e non molto stabili, e si riprende la mulattiera che sale con qualche tornante fino all’alpe Toso (1649m, 2h40′), oppure si continua a salire per la pietraia fino ad incrociare il sentiero che dall’Alpe Toso sale all’Alpe Artorto, e lo si percorre in discesa fino all’alpe Toso. Se siete saliti un po’ troppo lungo la pietraia ammaliati dalle peonie, consiglio questa soluzione, senz’altro più sicura. Attenti a dove mettete le mani, la cautela in montagna è d’obbligo!
Dall’alpe Toso si può proseguire fino alle alpi e al Lago della Lamaccia (1896m), distante una quarantina di minuti e d’estate circondato da eriofori, e dal lago, con un lungo traverso spesso invaso dalla vegetazione si arriva al colle della Ronda (2023m), che si affaccia sul vallone Biellese del Monte Bo. Nello stesso vallone si giunge anche salendo direttamente dall’alpe Toso in un’oretta fino alla Bocchetta del Croso (1940 m), valico che metteva in comunicazione la Valsesia con il Biellese, ancora oggi percorso dalla processione votiva che da Rassa raggiunge dopo tante ore di cammino il santuario d’Oropa. Dall’alpe Toso il percorso di rientro a Rassa è lo stesso dell’andata, e si effettua in un’ora e un quarto circa.
Fonte: inalto.org
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