BERGAMO — Il veleno dei calabroni e delle vespe causa il doppio di reazioni di tipo allergico rispetto a quella delle api. Ma perché sia letale, servono in media 100 morsi. Lo sapevate? Ecco a voi un articolo del nostro medico sui morsi da imenotteri – ossia api, vespe, calabroni, bombi e formiche – che durante la stagione estiva in montagna possono creare molti fastidi o problemi anche gravi.
Per curiosità, l’ordine degli Imenotteri, famiglia degli Artropodi, comprende circa centomila specie ed è una famiglia molto grande di cui fanno parte gli insetti velenosi più diffusi in natura. Il nome di questi insetti deriva dalla forma delle due paia di ali trasparenti e membranose.
I morsi di api, vespe, calabroni, bombi, e formiche in genere non costituiscono un grosso problema, fatta eccezione per gli individui che sono particolarmente sensibili e in caso di punture multiple. Le punture sono più frequenti su testa o collo, piede, gamba e braccio.
Il veleno degli imenotteri è composto da diverse amine vasoattive , peptici ed enzimi, responsabili dei sintomi sia locali che generali. Il veleno dei calabroni e delle vespe causa il doppio di reazioni di tipo allergico rispetto a quella delle api.
In una persona non sensibilizzata una singola puntura è in grado di provocare dolore in sede locale, lasciando un segno nella sede del morso. Si tratta, in effetti, di una zona di tessuto cutaneo in rilievo, di colore biancastro, circondata da una zona arrossata. Possono essere presenti gonfiore (edema) e lieve bruciore. Il prurito è variabile. E’ comune per la reazione locale il diffondersi fino a raggiungere un diametro di 15 millimetri o più, e persistere per 24 ore.
Più punture in un soggetto non sensibilizzato, per lo più causate dal disturbo ad un nido di imenotteri, può provocare vomito, diarrea, difficoltà alla respirazione, collasso ( ipotensione e tachicardia) e, pure, infarto del miocardio, evento per fortuna molto raro.
Codesti sintomi sono causati dal rilascio di una sostanza chiamata istamina. La dose letale è quella provocata da un centinaio di morsi, sebbene qualcuno sia morto dopo il morso di meno di trenta imenotteri ed altri siano sopravvissuti a più di duemila morsi, ma trattasi di eccezioni.
Per “soggetto sensibilizzato” si suole intendere una persona che ha sviluppato una reazione allergica, scatenata dalle proteine contenute nel veleno di ape o di vespa o di altri imenotteri. Circa una persona su duecento risulta sensibilizzata e rischia uno shock anafilattico fatale causato da una singola morsicatura. La gravità della morsicatura può essere lieve, moderata, o severa. Più severa la reazione, più rapido l’inizio della sintomatologia conseguente alla morsicatura.
Il più delle morti si verificano entro un’ora dalla morsicatura.
In un soggetto non sensibilizzato basta raffreddare la zona della morsicatura con impacchi di ghiaccio o acqua fredda per alleviare i sintomi ed rallentare la diffusione del veleno. E’bene sollevare l’arto colpito ed applicare un laccio emostatico per evitare che il veleno si diffonda.
I pungiglioni lasciati sulla pelle dovrebbero essere tolti raschiando ( lametta o ago), piuttosto che rimossi con le semplici mani o con delle pinzette per evitare che più veleno venga sparso sul sito della morsicatura. Semplici rimedi come il lievito per il morso di ape o l’aceto per quello di vespa sono di solito di scarso giovamento come pure lo sono gli stick del commercio. E’ bene disinfettare con molta accuratezza la sede del morso per evitare l’instaurarsi di infezioni di origine batterica.
Gli antistaminici orali possono essere utili quando la reazione locale è marcata e, raramente, gli steroidi orali possono essere impiegati per accelerare la risoluzione del gonfiore. In caso di vivo dolore si possono somministrare antidolorifici. Quando una persona è stata vittima di più morsicature e presenta i sintomi causati da un eccesso di istamina, può essere utile la somministrazione endovenosa di un antistaminico e di liquidi.
I soggetti vittime di diverse punture o che abbiano sviluppato una reazione allergica devono recarsi presso un pronto soccorso ospedaliero.
Gli individui con pregressa storia di reazione allergica devono sempre portare con sé una fiala di adrenalina con siringa o autoiniettore, farmaci antistaminici o cortisonici in caso di necessità. Per i soggetti a rischio è utile sottoporsi a immunoterapia specifica. La desensibilizzazione con veleni purificati può bloccare la risposta anticorpale, evitando fenomeni di anafilassi nell’oltre 95% dei casi. Trattasi di una terapia molto diffusa che permette di ridurre di molto il rischio derivante dalla puntura da Imenotteri.
Qualora ci si trovi in zone molto frequentate dagli imenotteri (periodo della fioriture in montagna), si deve opportunamente coprire alcune parti esposte del corpo con cappelli, pantaloni lunghi, camicia a maniche lunghe.
Fonte: Montagna.TV – Autore: Gege Agazzi