In molti speravano che sarebbe finito nel nulla l’ennesimo proclamo del Governo nepalese di modificare il Mountaineering Expedition Regulation, ma questa volta così non è stato.
E così le nuove regole che disciplinano l’alpinismo in Nepal (ve ne avevamo parlato qui) sono entrate in vigore pochi giorni fa, pronte per essere applicate alla prossima stagione primaverile.
Se alcune modifiche sono state accolte con entusiasmo, come il ripristino dei certificati di vetta per gli sherpa, altre hanno destato dure critiche dalla comunità alpinistica mondiale.
Di certo quella che fa più riflettere è il divieto di solitarie (ieri abbiamo ricordato proprio la prima invernale del Lhotse realizzata in solitaria da Krzysztof Wielecki). A tal proposito, interpellato da Enrico Martinet su La Stampa montagna, Simone Moro si è espresso con parole molto forte a condanna della decisione del Governo nepalese, dettata dal desiderio di avere meno incidenti, soprattutto all’Everest.
“Il divieto alle salite in solitaria – dice Simone – è un colpo molto grave per l’alpinismo, si va a proibire l’avventura, l’impresa di chi magari sceglie l’inverno” per poi aggiungere: “È il risultato dello scempio che si è fatto sull’Everest dell’alpinismo. Sarebbe come obbligare la salita con la guida sul Monte Bianco. Vuol dire annientare l’alpinismo. Che tristezza”. “Addio libertà”, sentenzia infine Moro.
Fra i divieti più discussi, soprattutto dalla comunità alpinistica statunitense ed anglosassone, quelli che riguardano i non vedenti e i mutilati di entrambe le gambe. Disposizione definita discriminante.
Fonte: http://montagna.tv