Il ristoro Monte Scale (m.1928) si trova nella Valle di Fraele, poco prima di giungere al grande invaso della diga di Cancano.
Proprio in fronte ad esso si erge maestosa la montagna da cui prende il nome che domina lo splendido panorama assieme ai due grandi laghi artificiali.Gruppo Montuoso:
Alpi Retiche Occidentali (Italia)
Valle: Valli di Cancano
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[toggle title=”DIFFICOLTÀ” state=”opened”]
[mks_highlight color=”#ffff66″]T – Itinerario Turistico [/mks_highlight]
Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
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[toggle title=”ALTRE INFORMAZIONI”]
Località di partenza: Strada Premadio laghi di Cancano
Quota di partenza: 1960 m | Dislivello: 0 m | Tempo di percorrenza: Raggiungibile in auto
Periodo di Apertura: da Fine Giugno a Settembre
Posti letto: 20 posti
Gestione: Fam. Guido Cola
Tel. +39 0342 904660
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[toggle title=”COME SI RAGGIUNGE”]
Il ristoro-rifugio Monte Scale, posto all’ingresso della Val Fraéle, sul suo lato destro orografico (sinistro per chi sale), trae la sua denominazione dall’omonima cima, cui guarda, cima posta quasi a guardia della Val Fraéle, sul suo lato orografico di sinistra. Il nome della cima, poi, così come quello del laghetto che si incontra raggiunta la sommità del massiccio gradino che sbarra la Val Fraéle, si ricollega al topònimo “scale” che, in buona parte della Lombardia, indica un salto roccioso, o anche una parete rocciosa scalinata. La Val Fraéle, infatti, cela il suo volto gentile dietro il baluardo di un impressionante salto roccioso, il quale veniva anticamente superato da un sentiero che, nel tratto più alto, era scavato nella roccia, ed era denominato, appunto, “Scale”.
Al rifugio-ristoro si può accedere con autoveicoli, ma anche con una bella e panoramicissima pedalata. Nulla ovviamente vieta, infine, che si salga a piedi. Per raggiungere il rifugio partendo da Bormio, dobbiamo dirigerci verso la Valdidentro e, superata Premadio, sfruttare uno degli svincoli sulla destra con l’indicazione “Cancano” (se ne trova uno, per esempio, ad Isolaccia). Salendo da Isolaccia, oltrepassiamo il paesino di Pedenòsso e giungiamo ad un bivio: un cartello segnala che la pista per Cancano è il ramo di destra. Termina qui il tratto asfaltato, ed inizia una lunga strada sterrata, con fondo abbastanza buono, che, con diversi tornanti, sale sul fianco sinistro (per noi) del bastione roccioso che introduce alla valle. La pista in terra battuta, dall’inizio fino al rifugio, è di 6,4 km: la sua pendenza regolare e non eccessiva ne fa un percorso ideale per gli amanti della mountain-bike. Raggiunta, dopo una breve galleria scavata nella roccia, la sommità del bastione, passiamo proprio vicino alle celeberrime Torri di Fraéle, edificate con funzione difensiva. Esse costituiscono, poste come sono a 1941 metri di quota, il manufatto difensivo precedente il sec. XX più alto in Valtellina; insieme a torri analoghe poste ai Bagni Vecchi, a Serravalle ed a San Pietro in Castello, esse erano parte integrante di un sistema difensivo che doveva garantire la Contea di Bormio da possibili aggressioni provenienti dai quattro punti cardinali. Queste torri, infatti, permettevano di segnalare tempestivamente eventuali eserciti invasori: fuochi accesi durante la notte, oppure segnali di fumo durante il giorno erano il segnale dell’avvistamento di eserciti nemici che muovevano contro il bormiese dalla Val Viola o dal Livignasco. Effettivamente, la posizione delle torri è tale da dominare entrambe queste vie di accesso all’antica Contea di Bormio. Testimonianze della loro esistenza si ritrovano a partire dal secolo XIV. Guardando, poi, dal terrazzo sotto le torri alle strapiombanti pareti della gola, ci potrà capitare di notare anche qualche scalatore che si esercita su una palestra di roccia attrezzata. Oltrepassate le torri, la strada si inoltra sul lato destro orografico (sinistro per noi) della valle, e passa a sinistra del laghetto naturale delle Scale; alle spalle del lago, emerge, lontano ma ben visibile, l’inconfondibile profilo della Cima Piazzi. Poco oltre, sulla sinistra, è posto il rifugio Monte Scale, più o meno in corrispondenza della muraglia della grande diga di Cancàno. La strada prosegue a sinistra (per noi) del grande bacino artificiale, per poi raggiungere anche il secondo invaso, quello di S. Giacomo. Il servizio di noleggio di mountain-bike di cui si può fruire al ristoro-rifugio permette di visitare l’ampio sistema dei due sbarramenti artificiali, effettuando anche un bel giro della diga di San Giacomo.
Fonte: waltellina.com | Autore: M. Dei Cas
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