Se per vacanze in montagna si intendono soggiorni a quote di 1500 – 2000 metri, anche bambini molto piccoli, purchè in buona salute, possono tranquillamente sostare per periodi di tempo medio lunghi a tali altitudini.
Entro tale limite, il problema si pone soprattutto in termini di velocità di salita o di discesa dove le variazioni brusche di quota possono dare problemi di compensazione della pressione fra l`orecchio medio e l`esterno, con conseguente trauma sul timpano e dolore. Gli adulti avvertono la senzazione di “ovattamento” di “orecchio tappato” e deglutiscono per compensare. I piccolissimi non lo sanno e segnalano il disagio piangendo.
Per prevenire il disturbo è utile stimolare la deglutizione (tenendo il succhiotto durante il viaggio o fermandosi ogni tanto per una sorsata dal biberon); allattare in auto non è raccomandabile per ragioni di sicurezza.
Per le alte quote (oltre i 3000 metri) occorre fare alcune considerazioni:
Attualmente, la letteratura medica offre scarsi dati riguardo questo argomento. I comportamenti da adottare per i bambini in alta quota possono essere estrapolati dal “consensus statement” definito nel marzo 2001 dalla International Society of Mountain Medicine.
È opportuno segnalare, che al di sotto dei tre anni di età un qualsiasi viaggio in ambiente diverso da quello abituale può creare altrazioni del sonno, dell’appetito, dell’alvo, dell’attività ed anche dell’umore. Risulta difficile distinguere le alterazioni provocate dal viaggio rispetto a quelle causate dalla quota (il cosidetto “mal di montagna”).
I bambini rispondono all’altitudine in modo analogo ai soggetti adulti. Il processo di acclimatazione ad esempio, implica cambiamenti di tipo fisiologico del tutto identici a quelli degli adulti. Il rischio, nelle alte quote, di edema polmonare e cerebrale acuti, è uguale a quello riscontrato negli adulti ed avviene nelle medesime modalità. Unico problema è che il bambino, specie se molto piccolo, non può riferirne la sintomatologia.
Nel neonato inoltre si deve tener conto dell’immaturità del meccanismo di controllo respiratorio e della diminuzione dello spessore della muscolatura dell’arteria polmonare. L’ipossia, infatti, deprime la ventilazione polmonare nel neonato e questo influisce soprattutto sul sonno. Ma stiamo sempre parlandop di alta quota.
Ed è per questo che, in via precauzionale:
Neonati e lattanti al di sotto dei 2 anni di età non dovrebbero sostare per lungo tempo oltre i 2000- 2500 metri di quota. (nessun problema alle quote normalmente abitate sulle nostra Alpi e sede delle “settimane bianche”).
Per quanto riguarda l’alta quota, secondo le indicazioni della commissione medica UIAA, (Union Internationale des Associations d`Alpinisme – International Mountaineering and Climbing Federation) per brevi soggiorni non ci sono restrizioni specifiche, almeno fino a 3000 metri, sempre che il bambino sia in buona salute. Al di sopra dei 3000 metri è bene porre particolare attenzione al “mal di montagna acuto”. Come per gli adulti, anche per i bambini si raccomanda una salita lenta e graduale, non più di 300 metri al giorno al di sopra dei 3000 metri, cercando di limitare l’attività fisica all’arrivo in quota, anche se spesso è difficile farli star fermi, soprattutto i più piccoli. Ripeto: è sconsigliabile portare lattanti, almeno fino all’anno di età, per lungi periodi a quote intorno o superiori ai 3000 metri.
Alcuni suggerimenti per i bimbi in montagna:
L’osservazione della natura, la vita all’aria aperta, il gusto per l’avventura possono essere stimolanti e gratificanti per loro, purché si seguano i loro ritmi, nelle escursioni si ascolti e risponda alle loro domande e si tenga conto dei loro interessi
Ricordare che le motivazioni a camminare sono diverse da quelle degli adulti, e che “la vetta” può non essere così importante; è bene offrire mete intermedie e rispettare i tempi dei bambini facendo soste frequenti per recuperare e giocare.
Durante le escursioni, farli bere a volontà, abituandoli a portare la borraccia nello zainetto. Il peso dello zaino deve essere limitato, in base alla taglia del bambino. L’indicazione è non più di 1 Kg fino a 5 anni, meno di 3 Kg fino a 8 anni e meno di 5 Kg fino a 12 anni, per evitare danni alle articolazioni ed alla colonna vertebrale
I rapidi cambiamenti di quota e quindi di pressione barometrica, come con la funivia, possono aumentare il rischio di dolori alle orecchie soprattutto nei più piccoli: in funivia farli succhiare (caramelle, succhiotto) e deglutire. Se sono raffreddati è meglio rinunciare all’escursione ed ai mezzi di risalita.
La pelle e gli occhi devono essere protetti dai raggi solari con creme ad alta protezione e occhiali da sole di buona qualità. L’esposizione inappropriata ai raggi UV è dannosa.
I bambini sono molto sensibili al freddo. Disperdono più calore degli adulti, soprattutto dalla testa e dal collo. Proteggere quindi sempre la testa e il collo dal freddo e sorvegliare l’abbigliamento.
I piccolissimi portati sulle spalle negli zainetti sono sensibilissimi al freddo, sia perché stanno fermi, sia perché la posizione nello zaino rallenta la circolazione negli arti inferiori. Controllare che piedini e manine siano coperti adeguatamente e non siano freddi.
Conclusioni:
Neonato e lattante (0 – 2 anni)
Nessun problema per quote al di sotto dei 2000 metri.
Le salite in altitudine a questa età sono da evitarsi.
Se la professione dei genitori richiede un soggiorno prolungato in altitudine, occorre procedere per fasi successive, evitando di intraprendere una salita con bimbi affetti da una malattia respiratoria anche apparentemente banale. Poiché il rischio di eventi anche gravi è alto al di sopra dei 3.000 m La prudenza impone di differire l`ascensione ad alta quota dopo il primo anno per i neonati.
Bambino da 2 – 5 anni
Possono salire in altitudine fino a 2500 – 3000 metri. Occorre comunque sempre essere molto cauti perche a queste età i bambini non descrivono i sintomi.
Da evitare le salite in quota se affetti da malattia respiratoria anche banale.
Bambino da 5 – 10 anni
Generalmente tollerano molto bene soggiorni ad altitudine media ( fino a 3000 m.). Oltre i 3000 metri bisogna vigilare attentamente un’eventuale insorgenza di sintomatologia e comportarsi di conseguenza.
Bambino oltre 10 anni
A queste età il Il bambino è fisicamente idoneo a sopportare l`altitudine ed è capace di descrivere i propri sintomi. Non sembra sia più esposto alla patologia di altitudine rispetto all`adulto quindi: Nessuna restrizione per quindi per bambini con età superiore a 10 anni
Sono sempre valide le raccomandazioni ed i principi di buon senso adottati anche per l’adulto.
Fonte: http://pediatri.uppa.it – Autore articolo: Davide Bardella