Vacanze in alta quota con bimbi? Occorre prendere qualche precauzione
Piccoli alpini crescono, ma finché sono molto piccoli occorre prendere alcune precauzioni. Le vacanze con i bambini in montagna sono divertenti e salutari, ma fino agli 8-10 anni è meglio avere alcune accortezze speciali se si superano i 2000 metri. Lo consiglia la Fondazione Veronesi, indicando i bambini al di sotto dei 10 anni come potenziali soggetti del mal di montagna.
Innanzitutto, cos’è il mal di montagna? Si tratta di una serie di manifestazioni di malessere, sintomi generalmente indicati con mal di testa e nausea. Nei bambini molto piccoli, non in grado di spiegarsi, il mal di montagna si può manifestare con irritabilità, insonnia, mancanza di appetito e poca voglia di giocare; in alcuni casi anche episodi di vomito. Solitamente questo malessere si manifesta entro 12 ore dall’arrivo in quota, e aumenta se si dorme ad altitudini oltre i 2000 metri.
Come comportarsi dunque se si vogliono trascorrere le vacanze con i bambini in montagna ad alta quota? Nessun allarmismo, ogni anno centinaia di famiglie vivono serenamente la villeggiatura sui monti, ma qualche semplice precauzione può renderle ancora più sicure. Per prevenire i possibili disagi, la prima accortezza è quella di salire in modo lento e graduale: se l’obbiettivo sono i 2500 metri e oltre, meglio non salire più di 300 metri al giorno; inoltre, ogni 1000 metri è bene prendere un giorno di riposo. In questo modo il piccolo si potrà acclimatare. E’ sempre utile avere comunque ben presente un piano di ‘ritirata strategica’, nel caso ci si renda conto che il piccolo non sta bene. Valutate sempre quali sono i modi di scendere rapidamente se necessario.
Alcuni articoli validi per i bambini:
Al di sotto di un anno di età, è meglio evitare di portare i bimbi oltre i 2000-2500 metri. La letteratura medica infatti riporta alterazioni della respirazione nei bambini molto piccoli, e aumento del rischio di morte in culla. Naturalmente se fosse strettamente necessario salire (ad esempio se lo richiede il lavoro del genitore), occorrerà chiedere al pediatra di valutare la salute respiratoria e cardiaca del piccolo prima di partire. Se il bimbo è affetto da problemi respiratori, in ogni caso è bene evitare la gita in alta quota.
Oltre a queste precauzioni, quando si va con i bambini in montagna occorre tenere a mente che il loro corpo è più vulnerabile al freddo (specialmente se viene trasportato anziché camminare), e ai raggi solari. Occorre quindi vestirlo adeguatamente, più degli adulti, e proteggerlo con creme solari adeguate alla sua età e all’alta quota, oltre che riparare gli occhi con occhiali da sole di qualità.
Fonte: http://www.lastampa.it
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