Il rifugio si trova a 2601 m. nella conca glaciale che precede il valico ed è stato ricavato dalla ristrutturazione nel 1983 di una casermetta difensiva costruita dal Genio Militare nel 1912. La costruzione massiccia conserva l’aspetto severo dell’opera militare fortificata e solo all’interno ha assunto l’aspetto accogliente del piccolo albergo di alta montagna.Gruppo Montuoso:
Alpi Retiche Occidentali (Italia)
Valle: Val di Livigno
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[toggle title=”DIFFICOLTÀ” state=”opened”]
[mks_highlight color=”#ffff66″]E – Itinerario Escursionistico [/mks_highlight]
Itinerario che si svolge su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce su terreno vario (pascoli, pietraie, detriti), di solito con segnalazioni. Possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppa a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Può avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi ne impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (cavi, scalette, pioli) che però non richiedono l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, ecc). Richiede un certo senso d’orientamento, una certa conoscenza ed e esperienza di ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.
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[toggle title=”ALTRE INFORMAZIONI”]
Località di partenza: Ponte Calcheira
Quota di partenza: 2051 m | Dislivello: 550 m | Tempo di percorrenza: 2 ore
Periodo di Apertura: dal 15 giugno al 30 settembre (condizioni meteo permettendo)
Posti letto: 12 posti
Gestione: Giovanna Galli
Tel. +39 333 5942572
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[toggle title=”COME SI RAGGIUNGE”]
Da Livigno si prende la strada per la Val Federìa e la si percorre in auto per circa 10 minuti (3 km) fino a raggiungere la località Pont da la Calchéira. Da qui si continua a piedi per circa 3 km e si arriva alla località Plan da l’Isoléta, erroneamente segnata sulle carte come Piano dei Morti. Poco oltre si trova l’inizio della mulattiera ben segnalata che si stacca dalla strada di fondovalle e si inerpica a svolte sul fianco sinistro della valle. La mulattiera inizia alla quota di circa m. 2052: dopo circa 150 metri di dislivello si giunge ad un primo pianoro detto delle Fontanelle, dopo altri 250 metri di dislivello si giunge al Piano dei Morti vero e proprio, così chiamato forse perchè durante i passaggi dei vari eserciti vi perirono numerosi soldati cadendo dallo scoscendimento sovrastante. Ancora 100 metri di dislivello e si giunge al Piano dei Becchi, da dove si scorge il rifugio ormai vicino. La mulattiera che conduce al Rifugio ha una lunghezza di 2 km e 800 metri con un dislivello di 550 metri e si percorre comodamente in un’ora / un’ora e mezza.
UN PO’ DI STORIA
Il Passo di Cassana è il valico più basso tra la valle dello Spol e l’Engadina. Nei secoli passati costituiva la via di comunicazione più agevole tra Livigno e S-chanf. Il Passo della Forcola, più basso di quota, portava infatti in Val Poschiavo. Raggiungere la bassa Engadina per il fondovalle era molto più lungo come percorso, ed anche più pericoloso a causa del profondo burrone di Ova Spin. Per il valico di Cassana passarono gli armati provenienti dal Tirolo, che andavano a incendiare i villaggi di Zuoz e di S-chanf nel 1499, e pure da Cassana passarono i francesi del Duca di Rohan ed i Grigioni dello Jenatsch che batterono gli Austro-imperiali nelle battaglie del 1635, che videro anche Livigno come campo di combattimento. Ancor oggi solo i valichi di Cassana e del Muretto, in Val Malenco, possono essere legalmente utilizzati per attraversare la frontiera italo-svizzera fuori dai valichi controllati. Attraversare la frontiera in altri punti è tollerato, ma potrebbe essere perseguito come reato. Il rifugio si trova nella conca glaciale che precede il valico ed è stato ricavato dalla felice ristrutturazione di una casermetta difensiva costruita dal Genio Militare prima della Grande Guerra del 1914. La costruzione massiccia conserva l’aspetto severo dell’opera militare fortificata e solo all’interno ha assunto l’aspetto accogliente del piccolo albergo di alta montagna. I mobili di stile engadinese, dipinti alla maniera tradizionale, ed il caminetto con l’affresco che ricorda il sopracitato passaggio dei Grigioni in armi, ben si adattano agli ampi e luminosi locali. Pascoli degradanti in dolci pendii occupano tutta la vasta zona circostante e presentano all’appassionato della flora alpina una ricca varietà di specie, tra le quali anche alcune rarissime come il Dianthus Glacialis. Oltre i pascoli si ergono le rocce dolomitiche della Punta Cassana e le rocce scistose che formano il loro basamento e che si estendono per decine di chilometri. (…) I pascoli sono popolati da numerose famiglie di marmotte, anche proprio nelle immediate vicinanze del Rifugio. Al mattino presto e alla sera si vedono spesso passare stambecchi e camosci, mentre in pieno giorno si può scorgere l’aquila, alta nel cielo. Dal rifugio è visibile un’ampia cerchia di monti: dal Corno di Campo al Paradisino, dalla Cima Piazzi fino al Gran Zebrù e all’ Ortler. Ben visibili i campi di sci dello Stelvio.
Fonte: waltellina.com | Autore: Peretti G. – Alpinia Editrice
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TRAVERSATE
Rifugio Varüsch Chamanna
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