Sorge a 2042 m. nella stupenda ed amena conca dell’Alpe Angeloga col suo bellissimo lago a cui fa da contrasto l’ambiente d’alta montagna offerto dal vicino Pizzo Stella. Ideale meta o punto di partenza per indimenticabili giornate immerse nella natura e tranquillità. Inoltre offre ospitalità dal sapore famigliare coccolando i suoi ospiti con i gusti della cucina locale.Gruppo Montuoso:
Valchiavenna (Italia)
Valle: Val San Giacomo – Val di Lei
DIFFICOLTÀ
E
Itinerario Escursionistico
Itinerario che si svolge su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce su terreno vario (pascoli, pietraie, detriti), di solito con segnalazioni. Possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppa a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Può avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi ne impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (cavi, scalette, pioli) che però non richiedono l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, ecc). Richiede un certo senso d’orientamento, una certa conoscenza ed e esperienza di ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.
ALTRE INFORMAZIONI
Località di partenza: Fraciscio
Quota di partenza: 1341 m | Dislivello: 971 m | Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti
Periodo di Apertura: da Giugno a Settembre
Posti letto: 46 posti
Gestione: Mortarotti Monica – CAI Sezione di Chiavenna
Tel. +39 0343 50490
COME SI RAGGIUNGE
Il rifugio Chiavenna si trova all’Alpe Angeloga (m.2042), nel comune di Campodolcino. Vi si può accedere percorrendo principalmente due vie:
Primo Itinerario: da Fraciscio-Le Soste (segnavia C 3)
Con la statale 36 arriviamo fino a Campodolcino (m. 1071) dove prendiamo a destra per Fracisco (m. 1341) e proseguiamo fino in località Le Soste (m. 1440). Qui la strada termina e c’è spazio per parcheggiare.
Ci incamminiamo su un’ampia mulattiera in salita e ben presto superiamo l’ampio letto di un torrente in secca.
Dopo un tratto in piano riprendiamo a salire; alla nostra sinistra c’è un bosco di larici e a destra il torrente Rabbiosa.
Più avanti, dopo una breve salita, raggiungiamo uno slargo; ora la mulattiera si restringe e la pendenza aumenta.
Superiamo alcuni gradini di pietra e troviamo un cartello che indica l’Alpe Angeloga davanti a noi.
Il percorso si restringe ulteriormente. Saliamo con alcuni tornantini verso un monolite di roccia accanto al quale troviamo un crocefisso di legno (m. 1600).
Continuiamo in salita, a volte agevolati da alcuni gradini di roccia.
Poi superiamo un torrente e, dopo un tratto quasi in piano, riprendiamo a salire.
Il sentiero piega a sinistra (freccia rossa). Continuiamo seguendo i segnavia (bandierine bianco-rosse e triangoli rossi).
Stiamo per affrontare la parte più faticosa; dovremo infatti risalire la montagna davanti a noi, volgendo le spalle al torrente Rabbiosa.
In piano oltrepassiamo un torrente in secca e subito riprendiamo a salire. Alla nostra destra già si vede la vetta del Pizzo Stella.
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Percorriamo ancora pochi passi in piano, poi iniziamo a salire ripidamente. La serie di corti tornanti è lunga e faticosa.
Passiamo accanto a una piccola cascata (m. 1870). Poi raggiungiamo una targa che ricorda un giovane ventenne deceduto.
Una scalinata ci conduce verso un varco tra la roccia (m. 1915) dove troviamo una piccola croce di ferro.
Continuiamo con un breve tratto in piano durante il quale superiamo due rivoli d’acqua che scendono dalla montagna formando delle piccole cascate.
Torniamo a salire e poi percorriamo pochi passi in piano avvicinandoci ad un torrente. Raggiuntolo, riprendiamo a salire al suo fianco.
Troviamo una scritta in rosso che indica il Rifugio Chiavenna a dieci minuti.
Seguendo il torrente entriamo in una valletta fra pareti rocciose. Il sentiero ora è allagato da alcuni rivoli d’acqua.
Procediamo dapprima in leggera salita poi superiamo alcuni massi e roccette abbastanza ripidamente.
La fatica ormai è terminata; davanti a noi ci sono i prati dell’Alpe Angeloga.
Aggirato un dosso sulla cui sommità un cippo ricorda i caduti delle guerre, raggiungiamo il lago e il rifugio.
Secondo Itinerario: da Madesimo-Motta (segnavia C 10) – EE
Con la statale 36 arriviamo a Madesimo.
Superato il tunnel e lasciato a sinistra il lago, prendiamo la deviazione sulla destra che porta all’Alpe Motta.
Qua giunti, dopo la stazione a valle di una seggiovia, giriamo a sinistra e parcheggiamo la macchina di fronte all’albergo Bucaneve (m. 1730).
In alto è già visibile la grande statua dorata della Nostra Signora d’Europa.
Saliamo nel prato davanti a noi, con un piccolo sentiero, fino ad incontrare una stradina inerbita (m. 1755).
Giriamo a sinistra e, poco più avanti, passiamo sotto i cavi della seggiovia (m. 1785). La pendenza aumenta.
Con un sentiero realizzato con cubetti di cemento, arriviamo alla fine del prato dove troviamo uno steccato (m. 1800).
Passiamo attraverso una apertura e proseguiamo con minore pendenza su di un ampio sterrato.
Raggiungiamo una strada asfaltata. Alla sinistra c’è una fontana con una grande vasca. Un cartello informa che siamo arrivati a Motta Alta (m. 1850).
Per abbreviare il cammino e anche per poter visitare la grande statua, lasciamo subito la strada per prendere un tratturo inerbito sulla destra, chiuso con due massi allo scopo di impedirne l’accesso ai veicoli.
Dopo un tratto con poca pendenza, superiamo una griglia in ferro e riprendiamo a salire.
Passiamo in una apertura tra delle reti utilizzate d’inverno per la protezione degli sciatori (m. 1895).
In leggera salita raggiungiamo la seggiovia alla sinistra della quale c’è un baitello di servizio (m. 1915).
Di fronte abbiamo la grande statua della Nostra Signora d’Europa. L’opera, realizzata dallo scultore Egidio Casagrande è in rame sbalzato ed è laminata d’oro. E’ alta m. 13.50 oltre a m. 6.50 di basamento.
Prima di raggiungerla giriamo a sinistra e proseguiamo quasi in piano su di una stradina sterrata, mantenendoci alla destra della seggiovia.
Poi in leggera salita raggiungiamo la stazione di arrivo dell’impianto di risalita (m. 1953).
Poco più avanti troviamo un grande tabellone con la descrizione delle varie piste da sci.
Continuiamo con la stradina sterrata in leggera discesa tra i prati fino ad una curva a sinistra dove, lasciata a destra una fontana con vasca, prendiamo un sentiero tra l’erba che prosegue diritto e va ad immettersi poco più avanti sul sentiero C10 (m. 1940) che ci condurrà al Rifugio Chiavenna contornando la Costa di Fortezza.
Camminiamo quasi in piano e vediamo i primi bolli bianco-rossi e il segnavia C10. Davanti già si impone la maestosa vista del Pizzo Stella che ci accompagnerà lungo tutto il cammino.
Passiamo accanto ad una palina nei prati (m. 1955) e subito riprendiamo a salire con alcuni zig-zag abbastanza ripidi, a tratti agevolati da alcuni rudimentali gradini.
Proseguiamo poi in leggerissima salita camminando su alcune pietre franate (m. 2025).
Poco dopo torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Troviamo altri gradini di pietra (m. 2040).
Superiamo un tratto in leggera salita un po’ esposto. Qui troviamo un pezzo di catena che è quanto rimane di un manufatto caduto (m. 2060).
Riprendiamo a salire. Troviamo dei segnavia a bandierina e C10.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra subito seguita da un’altra a destra e proseguiamo in leggera salita, a mezza costa con alcuni gradini.
Torniamo poi a salire ancora agevolati da gradini di pietra (m. 2090).
Passiamo tra due massi e proseguiamo in leggera salita (m. 2110).
Attraversiamo una piccola colata di pietre e riprendiamo a salire con dei rudimentali gradini.
Continuiamo con minore pendenza in una zona con varie pietre sparse tra erba e rododendri (m. 2145).
Attraversiamo un’altra colata di pietre mentre il sentiero alla destra precipita ripidamente (m. 2165).
Riprendiamo a salire con alcuni gradini. In questo punto il sentiero è più largo ma ben presto torna come prima (m. 2175).
Saliamo in modo abbastanza ripido dapprima con dei gradini e poi su dei frammenti di pietrisco un po’ scivolosi.
Volgendo lo sguardo dietro di noi ancora vediamo la grande statua della Nostra Signora d’Europa.
Dopo due passi in leggera discesa (m. 2260) riprendiamo subito a salire in modo deciso e ancora su briciole di pietre.
Proseguiamo in piano. Il sentiero alla destra precipita ripidamente.
Una breve salita seguita da una altrettanto breve lievissima discesa ci conducono alla prima catena, seguita da un cavo metallico, assicurati dai quali saliamo alcuni gradini (m. 2210).
Proseguiamo poi senza alcun aiuto ma il sentiero è ancora esposto.
Dopo una breve discesa e un tratto quasi in piano arriviamo ad una curva verso sinistra e riprendiamo a salire.
Percorriamo un’altra curva a sinistra in corrispondenza del punto dove alla destra sale un piccolo contrafforte.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita arriviamo alla seconda catena. Qui c’è anche una protezione a valle realizzata con dei paletti di ferro che reggono due cavi. Percorriamo questo tratto inizialmente in salita e poi in piano (m. 2230).
Continuiamo poi in leggerissima discesa.
Superata una curva a sinistra e una breve discesa passiamo su delle rocce franate.
Percorriamo poi una curva a destra e, quasi in piano, arriviamo alla terza catena.
Dopo la catena proseguiamo in leggera discesa. Poi, quasi in piano, attraversiamo una zona di massi franati (m. 2210).
Alterniamo leggera salita e piano e poi riprendiamo a salire con alcuni gradini (m. 2220). La parte esposta del percorso è praticamente terminata.
In piano attraversiamo una zona interessata da una vecchia frana. Qui le pietre sono state ben sistemate e possiamo camminarci sopra agevolmente. Su di un masso vediamo una freccia rossa.
Più avanti, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano, passiamo tra altre pietre, più grandi delle precedenti.
Continuiamo a mezza costa alternando piano e leggera discesa, tra erba, cespugli di rododendro e alcune pietre.
Iniziamo ora la discesa verso l’Alpe Angeloga. Su una pietra vediamo il segnavia C10.
Guadiamo un piccolo corso d’acqua che scende dalla sinistra (m. 2205).
Poi la pendenza aumenta e per un po’ scendiamo ripidamente (m. 2190).
In seguito la pendenza diventa meno accentuata.
Il sentiero si sdoppia e possiamo passare, a nostra scelta, a sinistra su roccia o a destra tra l’erba (m. 2160).
Più sotto il sentiero torna ad unirsi e qui il segnavia C10 indica, a chi sale, la seconda soluzione.
Proseguiamo alternando leggera discesa e piano (m. 2145).
Nuovamente in salita vediamo un altro segnavia C10 e una freccia mentre camminiamo tra grosse rocce, erba e cespugli di rododendro.
Poi quasi in piano raggiungiamo i ruderi di una funivia mai completata (m. 2150).
Ancora pochi passi in leggera salita ed ecco apparire in basso il Lago Angeloga verso destra e poi alla sinistra le baite dell’alpeggio e il Rifugio Chiavenna.
In discesa passiamo accanto dapprima alla base di un pilone e poi ad un ometto. Li lasciamo entrambi a destra (m. 2135).
Proseguiamo in leggera discesa tra l’erba e alcune pietre sparse.
Poi, con un ultimo tratto in discesa, raggiungiamo i prati che precedono l’alpeggio. Li attraversiamo in piano e arriviamo al rifugio.
Fonte: diska.it
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