Sorge a 2450 m, fra pareti di serpentino, su una magnifica balconata affacciata sulla Valmalenco con un panorama sul Monte Disgrazia. Inoltre è base di partenza per le vette della Sassa di Fora, Pizzo Tremogge, Pizzo Malenco, Sassa Entova, Piz Gluschaint, per le traversate in Val di Fex, al Rifugio Marinelli passando per il Ghiacciaio dello Scerscen inf. e per il Lago Palù passando per il Sasso Nero.
Per chi volesse venire per la prima volta al Rifugio è consigliata la salita da Chiareggio passando per l’Alpe Fora e la magnifica conca della Piana di Fora, un ambiente tra i più spettacolari della Valmalenco e della Provincia di Sondrio.
Gruppo Montuoso: Bernina – Disgrazia (Italia)
Valle: Valmalenco
DETTAGLI ITINERARIO
E – Itinerario Escursionistico
Località di partenza: Chiareggio
Quota di partenza: 1612 m | Dislivello: 838 m | Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti oppure 3 ore
Periodo di Apertura: Metà Giugno/Fine Giugno (solo weekend) – Luglio/Metà Settembre
Posti letto: 39 posti
Gestione: CAI – Sezione di Seregno (MI) – Eugenio Pedrotti
Tel. +39 0342 451120
Tel. Mobile +39 340 2315994
Itinerario Sintetico: 1. Chiareggio (m 1612) | 2. Alpe Fora (m 2053) | 3. Piana di Fora (m 2302) | 4. Rifugio Longoni (m 2450)
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il rifugio Longoni (2450 metri) si trova lungo la cresta rocciosa che scende dalla Sassa d’Entova verso il fondovalle. E’ facilmente raggiungibile con due comodi itinerari, uno da Chiareggio e l’altro da San Giuseppe, entrambi agglomerati di Chiesa in Valmalenco.
La sua posizione particolare, sopra una balza rocciosa, permette un panorama a 360 gradi: verso sud l’alta Valmalenco fino a Caspoggio, verso O si ha in primo piano l’imponente mole del Monte Disgrazia, verso N la cresta di confine con la Svizzera dal Monte del Forno alla Cima di Monte Rosso, infine verso E incombono le vette del Pizzo Tremoggia, Malenco ed Entova.
L’itinerario che sale da Chiareggio prende il via all’inizio del paese, nei pressi della località La Corte, meglio conosciuta come il luogo delle marmotte, a causa della famiglia di marmotte che vive nei pressi e si lascia avvicinare da chiunque porti loro del cibo. Qui si trova anche il parco geologico, che attraverso pannelli illustrativi e vari tipi di rocce spiega la differente geologia della valle. Oltrepassato il torrente Nevasco, il sentiero inizia a guadagnare quota grazie a numerosi tornanti, all’interno di un fitto bosco di abeti. Controllate con attenzione i bordi del sentiero, potreste trovare anche dei profumatissimi porcini! Dopo un’ora di cammino si esce dal bosco e si incontrano i pascoli dell’Alpe Fora (2053 metri), alpeggio ancora oggi caricato nei mesi estivi. Allungando lo sguardo verso S si possono scorcere delle grandi cave: qui si estrae il miglior serpentinoscisto di tutta la Valmalenco, molto adatto alla fabbricazione delle “piode“, materiale per la copertura dei tetti.
Da Fora si risale un verticale dosso pratio che conduce ad un altipiano dominato da rocce squadrate e perpendicolari, simili a mura poste a difesa di vecchie città. Questi enormi massi sembrano essere stati posizionati da giganti durante i loro giochi, in realtà sono stati intagliati da antiche frane, causate dal movimento del ghiaccio, che hanno creato così questo strano effetto scenico. A rendere ancora più spettacolare il luogo ci pensano anche numerose cascatelle ed un bellissimo laghetto in cui si specchia il Disgrazia. Ormai siamo in vista della capanna, bisogna solamente superare una piccola pietraia per giungere al rifugio Longoni (2450 metri, 2:30 ore).
L’itinerario che parte da San Giuseppe ha maggior lunghezza, ma presenta pendenze più addolcite. Si lascia l’automobile nei pressi dell’alpeggio di Bracciascia, perchè la strada sterrata che prosegue è chiusa da una sbarra: solamente chi utilizza gli alpeggi superiori o i mezzi di cantiere della cava di Fora ha il permesso di transitare. Purtroppo nel primo tratto bisogna seguire la carrareccia, unica consolazione è lo scarso passaggio di veicoli.
Il percorso si sviluppa in un bosco di aghifoglie, in particolare di tek, pianta dal legno morbido, molto apprezzato dai picchi. Con l’aiuto di diversi tornanti ci si innalza rapidamente fino a raggiungere l’altopiano dove è collocato l’alpeggio di Entova (1917 metri, 1:00 ore). Posizionato sotto la strada e nascosto dagli alberi si trova il lago d’Entova, piccolo specchio d’acqua, quasi più palude, alimentato dalle acque che discendono dal ghiacciaio di Scerscen Inferiore.
Dall’alpeggio si può proseguire lungo la strada sterrata oppure utilizzare il sentiero ben segnalato che diparte a O delle baite. Ora le aghifoglie predominanti sono i pini mughi con la loro particolare forma “a ciotola”, tra i quali è meglio non inoltrarsi, perchè i rami, incrociandosi fra loro, creano un valico quasi insuperabile. A 2100 metri (ore 1:30), la traccia si riimmette nella strada sterrata, ma qui è talmente dissestata, che solamente il gestore del rifugio la percorre in jeep per portare i viveri in quota.
Nei pressi di un grosso masso, da dove parte anche una piccola teleferica, si stacca nuovamente un sentiero che sale all’agognata meta. Questo è il tratto un po’ più impegnativo di tutto il percorso, perchè si sviluppa su ripida pietraia. Vinto anche quest’ultimo ostacolo si raggiunge il rifugio Longoni (2450 metri, 3:00 ore).
Dotato di 37 posti letto, è aperto da metà giugno a fine settembre. Il panorama che si gode dalla sua terrazza ripaga comunque di tutte le fatiche compiute per arrivare fin qui. Oltre che come posto tappa dell’Alta Via della Valmalenco, il rifugio è utilizzato anche come base di appoggio per gli escursionisti che puntano alle cime del Tramoggia, del Malenco e della Sassa d’Entova e dagli studenti delle facoltà di geologia e mineralogia per l’abbondante presenza in sito di minerali di diverse tipologie.
Consiglio di tornare a valle lungo l’itinerario di salita, perchè non esistono sentieri che colleghino direttamente Chiareggio con San Giuseppe.
Fonte: waltellina.com | Autore: Luciano Bruseghini
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