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"sasso rosso"

    Rifugio Schiazzera

    by Redazione


    Sorge All’alpe Schiazzera, in val Saiento, sopra Vervio, a quota 2079 metri.
    E’ anche un punto di appoggio indispensabile per chi intendesse percorrere il Sentiero Italia nel tratto che da Tirano porta nel cuore della Val Grosina.

    Gruppo Montuoso: Alpi Retiche Occidentali (Italia)
    Valle: Val Grosina

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    [mks_highlight color=”#ffff66″]E – Itinerario Escursionistico [/mks_highlight]

    Itinerario che si svolge su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce su terreno vario (pascoli, pietraie, detriti), di solito con segnalazioni. Possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppa a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Può avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi ne impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (cavi, scalette, pioli) che però non richiedono l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, ecc). Richiede un certo senso d’orientamento, una certa conoscenza ed e esperienza di ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.
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    [toggle title=”ALTRE INFORMAZIONI”]

    Località di partenza: Località di Susen
    Quota di partenza:  1058 m  |  Dislivello: 580 m  |  Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti
    Periodo di Apertura: da metà Giugno a fine Agosto; Settembre ed Ottobre (solo finesettimana).
    Posti letto: 30 posti
    Gestione:  Volontari dell’Operazione Mato Grosso
    Tel. +39 0342 705417 | +39 0342 701335
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    [toggle title=”COME SI RAGGIUNGE”]
    Fra le varie opportunità offerte dalla pratica dell’escursionismo, c’è anche quella di utilizzare le strutture di un rifugio alpino e contemporaneamente contribuire ad una causa umanitaria. Accade con il nuovo rifugio Schiazzera, ricavato da un’ex-caserma della guardia di finanza posta all’alpe Schiazzéra, in val Saiento, e gestito da volontari tiranesi che aderiscono alla cosiddetta “Operazione Mato Grosso”, finalizzata all’aiuto delle popolazioni di un’area fra le più povere del Brasile. I proventi della gestione del rifugio vengono, appunto, destinati ad interventi umanitari in quest’area. Un buon motivo per plaudere alla sua apertura. Aggiungiamone un altro: si tratta di un punto di appoggio indispensabile per chi intendesse percorrere il Sentiero Italia nel tratto che da Tirano porta nel cuore della Val Grosina. Il rifugio, il cui edificio è proprietà del comune di Vervio, è facilmente raggiungibile seguendo due itinerari. Il più comodo ha come punto di partenza l’amena località di Sùsen, posta a 1508 metri, sul versante montuoso che si stende ai piedi della parete di sud-est del monte Masuccio e sovrasta Vervio. Il secondo, invece, parte da Pra’ Baruzzo, alpeggio posto a 1389 metri, sopra Baruffini, cui si sale facilmente da Tirano.
    La salita a Susen ha come punto di partenza Vervio (m. 549), piccolo comune a nord-est di Tirano, sul versante sinistro della Valtellina (per chi la percorra da Tirano in direzione di Bormio). Lo si raggiunge staccandosi dalla ss. 38 dello Stelvio, pochi chilometri oltre Tirano (salendo verso Bormio), allo svincolo segnalato. Giunti alle porte del paese, ci troviamo di fronte ad un bivio: la strada di destra porta alla casa municipale, mentre quella di sinistra inizia una lunga salita che tocca le numerose belle frazioni di mezza montagna del comune di Vervio. E’ quest’ultima la strada che dobbiamo imboccare, come segnala anche un cartello, che indica se il rifugio è aperto o chiuso, ci informa sulla sua distanza (15 km) ed altitudine (2080 metri) e riporta il numero telefonico utile per chi volesse ulteriori informazioni (3472608250). La strada è, in diversi punti, un po’ stretta, ma, fino a Susen, asfaltata. Dopo circa 3,8 chilometri raggiungiamo, salendo, la frazione Bèrtoli (m. 750), dove si trova la chiesa parrocchiale dei santi Sebastiano e Fabiano (il cui nucleo originario è trecentesco), che mostra, sulla facciata, un dipinto raffigurante il martirio di San Sebastiano. La strada prosegue per la frazione di Ca’ Giacomo (m. 829); poco prima di tale frazione, si stacca da essa, sulla destra, la strada, segnalata, per Susen (è segnalato ancora il rifugio Schiazzera). Si tratta di una strada piuttosto ripida, che si inerpica decisamente sul fianco montuoso con molti tornanti a distanza ravvicinata, toccando le località di Ca’ Giacomelli (m. 958), Solt (m. 1050), Quattro Rui (m. 1081), Pestai (m. 1300) e Piani (m. 1427). Una sosta in una di queste località permette di osservare le tipiche dimore rurali, edificate in sasso e coperte da grosse tegole, che fungevano insieme da stalla e, al piano rialzato, da fienile, cucina e dormitorio. Oltrepassati i Piani, raggiungiamo, infine, le baite di Susen (m. 1508), a poco più di 11 km dal punto di partenza. La località è davvero amena, e si stende su una panoramicissima fascia di prati, dalla quale ottima è la visuale verso sud-est, dove, sul crinale che separa le province di Sondrio e Brescia, si riconosce l’ampia piana del passo del Mortirolo. Una piccola chiesetta, costruita nel 1948 e dedicata alla Madonna delle Grazie, completa il delizioso quadretto alpino. Qui convengono, la prima domenica di agosto, abitanti da tutte le frazioni di Vervio, per celebrare la festa in onore della Madonna. La strada prosegue, in direzione della soglia d’ingresso all’alta val Saiento, ma all’asfalto si sostituisce il fondo sterrato, per cui conviene iniziare da qui una piacevole camminata che, in un’ora e mezza circa, ci permette di raggiungere il rifugio. Camminando, oltretutto, abbiamo modo di gustare le belle pinete che ricoprono questa fascia del versante montuoso. Dopo circa venti minuti di cammino, raggiungiamo il bel terrazzo dell’alpe Campasceul (m. 1575), seguito, a poca distanza, da quello dell’alpe Pramarnone (m. 1635). Alzando gli occhi verso nord-ovest, possiamo ammirare il versante sud-orientale del monte Masuccio (m. 2816), il monte che domina la val Saiento e che sovrasta Tirano. Ad un certo punto la pista inizia una lunga diagonale che taglia il fianco sud-occidentale del dosso che scende dalla cima quotata m. 2591, a sud-est del monte Campiano (m. 2768). Giungiamo, così, in vista dell’aspro salto roccioso che introduce all’alta val Saiento. A proposito di questa valle vale la pena di ricordare che ne esiste un’altra, più grande, che ha il medesimo nome: si tratta della prima laterale che si incontra, sulla sinistra, risalendo la Valle di Poschiavo, in Svizzera. Dopo qualche tornante, eccoci ad una piazzola dove chi non ha problemi di sospensioni può parcheggiare l’automobile. Vicino ad essa cade, con un salto non molto alto, ma con un effetto interessante, la cascata del torrente Saiento, che esce dall’alta valle e si precipita, con un corso assai ripido, verso il fondovalle. Manca ormai poco al rifugio: si tratta solo si salire lungo l’ultimo tratto della strada, che ora diventa una ripida mulattiera (chiusa ai motoveicoli). Terminata la salita, troviamo il rifugio proprio davanti a noi, a 2080 metri, dopo circa un’ora e mezza di cammino, necessaria per superare circa 580 metri di dislivello. Il rifugio è posto nella parte più bassa dell’ampia conca dell’alpe Schiazzera: poco più a monte, vediamo, infatti, le sue baite. Molto suggestivo è lo scenario che si apre, improvviso, davanti ai nostri occhi: l’alta val Saiento mostra tutto il fascino delle ampie e solitarie distese di pascoli del solare versante retico. Singolare, poi, è la forma di tale valle, che assomiglia ad un uncino: dall’alpe, infatti, essa volge verso sinistra (ovest), descrivendo un ampio arco che la porta, infine, a piegare a sud. Questa giravolta ha come muto e severo testimone il monte Masuccio, che ne costituisce, in un certo senso, il perno. Un po’ più lungo è l’itinerario di salita al rifugio che parte da Pra’ Baruzzo. Se scegliamo questa seconda possibilità dobbiamo staccarci da viale Garibaldi, a Tirano, nei pressi di piazza Marinoni, ed imboccare la strada per Roncaiola e Baruffini. Essa risale il versante sud-occidentale che scende dal monte Masuccio. Ad un bivio, troviamo le indicazioni per Roncaiola (m. 800, sinistra) e Baruffini (m. 792, destra). Noi dobbiamo prendere a destra, raggiungendo, a 4,1 km da Tirano, la frazione di Baruffini, dove troviamo la cinquecentesca chiesa di S. Pietro Martire. Da Baruffini proseguiamo sulla carozzabile che sale verso Pra’ Campo (m. 1761, a 10,5 km da Tirano), ma, raggiunto Pra’ Baruzzo (m. 1389), parcheggiamo l’automobile, per iniziare la salita al rifugio. Il percorso che seguiremo è parte del Sentiero Italia (segnavia bianco-rossi), nella sezione che da Tirano, passando per la val Saiento, raggiunge la Val Grosina occidentale. Su questo tratto troviamo, come punti di appoggio, il rifugio Schiazzera e, in Val Grosina, il rifugio Malghera. Da Pra’ Baruzzo parte una sterrata che si dirige verso nord-est, fino a raggiungere l’’alpe Ghiaccia (m. 1586), proseguendo, poi, fino ai prati di Sovo (m. 1727). Qui comincia la mulattiera costruita per fini militari, che sale a Pra’ Sovo (m. 1900), volge per un buon tratto a sinistra, per poi riprendere la direzione nord, aggirando il fianco sud-orientale del monte Masuccio, con un percorso che supera alcune vallecole. La mulattiera raggiunge la quota di 2211 metri: dopo l’ultima traversata, ci ritroviamo, così, a monte dell’ampia piana dell’alpe. Per raggiungere il rifugio, dobbiamo lasciare il Sentiero Italia, staccandocene sulla destra e scendendo fino a quota 2080 metri. Questa seconda possibilità richiede circa 3 ore di cammino, necessarie per superare 830 metri di dislivello.
    Fonte: waltellina.com | Autore: M. Dei Cas

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    ESCURSIONI
    Laghi di Schiazzera | Passo del Portone | Giro della conca di Schiazzera | Rifugio Malghera | Prà Campo

    TRAVERSATE
    Monte Masuccio | Monte della Croce | Cima di Schiazzera

    ALPINISMO
    Monte Masuccio | Panorama sulla Valtellina

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